No antisemitismo No terrorismo
L’appello dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma, che insieme hanno promosso la manifestazione nazionale che si è svolta martedì 5 dicembre alle ore 19:00 a Roma, in Piazza del Popolo. Insieme ai massimi rappresentanti delle istituzioni del mondo politico, religioso e civile, in una grande mobilitazione popolare in difesa dei nostri valori comuni.
Intervento Noemi Di Segni
È una grande emozione accogliervi tutti questa sera. Essere assieme. Non PER NOI, non PER le 21 comunità, ma CON NOI.
I NO che abbiamo sollecitato sono un invito alla responsabilità. Sono rivolti alla speranza di una vita fatta di convivenza. Qui, ieri, oggi e domani. Importante la vostra presenza e adesione trasversale da ogni parte dell’arco politico e specialmente tengo a menzionare le rappresentanze religiose.
75 anni fa veniva proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Era il 10 dicembre. In Italia appena a gennaio dello stesso anno entrava in vigore la Costituzione e dieci anni dopo (era il ‘57) il Trattato che avviava la Comunità Europea. Traguardi firmati con il sangue di chi ha combattuto per la libertà. Le libertà. Cosa ne resta oggi? Qui nelle nostre città, in una Europa che si avvia alle elezioni, e lo dico con vera preoccupazione – a livello ONU e tutte le correlate agenzie umanitarie? Temo – alla luce di quanto vissuto in queste settimane (dal 7 ottobre) – davvero poco. Se scorrete i 30 articoli della Dichiarazione non se ne salva uno! Tutto questo 80 anni dopo la Shoah e pensavamo di aver già vissuto e visto tutto. Antisemitismo e terrorismo – specialmente oggi mi riferisco a quello che nasce dal fondamentalismo religioso – sono il veleno che inquina i pozzi di tutti, non solo quelli da cui attingiamo noi.
Se io, Noemi, o chiunque altra di noi, non può indossare banalmente la catenina con la stella di David allora anche qui in Italia abbiamo un problema reale di libertà. E non lo risolverà l’ONU con le sue risoluzioni, né l’appello di moralità e pace, due stati e due popoli rivolto solo ad Israele. Lo dobbiamo risolvere noi. Assieme. Con la concretezza. Con la coerenza. Dando l’esempio in prima persona di riconoscere nell’altro un essere degno di vita. Essere in grado di discernere quando si nega la verità e si inventa una realtà totalmente dissociata senza pensare al significato delle parole, degli slogan o riscrivendo la “Treccani dell’odio”. La responsabilità di spegnere i focolai e accendere invece la luce è dei leader religiosi. È di chi insegna nelle scuole e nelle accademie. Riconoscendo lo Stato di Israele come stato fra tutti gli Stati. In questo girone storico si sono palesate tutte le forme di antisemitismo e tutte assieme per la contemporaneità ne rappresentano forse uno nuovo, che non saprei neanche ancora definire. Come concetto che posso evidenziare c’è quello dello scippo di identità.
Alla vigilia della festa di Chanukkà – che rappresenta storicamente una riconquista della libertà religiosa avvenuta in terra di Israele più di 22 secoli fa – ancora la festeggiamo e capiamo il valore di questo momento, figuriamoci oggi con tutto quello che accade – non ci arrenderemo e ogni giorno ci daremo da fare per salvaguardare quello che ancora abbiamo. Dipende da noi.
Noemi Di Segni
Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Foto della manifestazione
Photo credit: Carlo Mogiani